Come tutto è cominciato

Tutto è cominciato da una foto. Anzi, no… in realtà tutto è cominciato dall’idea di una foto, da come l’immagine di questa foto si è formata nella mia mente, di come un concetto sia stato trasferito efficacemente in un’immagine. Quello che volevo dire mi era chiaro fin dall’inizio ma non è stato facile capire come dirlo. Con le parole sono a mio agio, quasi sempre. Con le immagini faccio più fatica. Da laureata in Storia dell’Arte le immagini sono una delle mie grandi passioni ma sono troppo abituata a guardarle, forse. Realizzarle è una cosa molto diversa.

Ci sono volte in cui un’immagine mi si forma nella mente, chiara e limpida. Ci sono giorni in cui so cosa voglio realizzare. Ma riuscire a farlo esattamente come lo avevo pensato non è affatto semplice. Questo non mi riesce per nulla bene o -meglio- devo ancora lavorare e studiare molto per riuscirci. Ma ci sono situazioni in cui la fortuna aiuta e questo è stato uno di quei casi.

La foto di cui parlo, l’immagine che ho elaborato nella mente prima di renderla fotografia, è quella che accompagna questo post e che, in origine, era stata pensata come header del blog, ed è la rappresentazione perfetta di ciò che significa per me cucinare.

Cucinare vuol dire esprimere la dicotomia che vivo quotidianamente, per carattere. Significa unire spontaneità e studio, impegno e duro lavoro. Quando elabori una ricetta o ne riadatti una di altri o presa dalla tradizione culinaria della tua famiglia rispondi ad un guizzo di creatività, ad una felice intuizione che genera la scintilla che ti fa venire voglia di sperimentare. A volte questa scintilla da sola basta a dare un risultato di cui sei pienamente soddisfatta ma, la maggior parte delle volte, a questa scintilla deve seguire altro, deve seguire, da una parte, lo studio che ti porta ad approfondire quell’ingrediente o quel determinato tipo di cottura, dall’altra, il duro lavoro che ti porta a provare più e più volte finché non raggiungi quella perfezione che insegui.

Sono partita da una serie di ingredienti e materie prime che potessero rappresentarmi, rappresentare cosa amo nella cucina. Amo tutti i vegetali, frutta, verdura, legumi. Amo le farine di tutti i tipi, dalla semplice farina di grano alla farina di ceci, di farro, di mais, di segale e tutte le altre. Amo le spezie, il loro odore, il loro sapore intenso  che ti fa viaggiare non appena stimola le tue papille gustative. Amo i semi, che racchiudono in sé tutta la potenza del frutto che genereranno. Amo le erbe aromatiche perché aggiungendole a pochi ingredienti sono in grado di rivoluzionare un piatto, renderlo qualcosa di inedito.

A tutto questo ho unito la scritta Love, Jamie, che dà il titolo a questo blog, ritagliandola da una rivista di cucina, proprio per sottolineare l’importanza dello studio, delle fonti, dell’esperienza di chi ne sa molto più di te.

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E poi c’è Jamie. Che non ha bisogno di cognomi perché è unico. Jamie Oliver rappresenta benissimo il mio rapporto gioioso e curioso con il cibo, la voglia di scoprire ed esplorare e la felicità della condivisione. I suoi libri di ricette sono i primi libri che ho letto con il piacere con cui leggo un romanzo perché in ogni pagina si ritrova un pezzetto del suo autore e se adori lui non puoi che adorare i suoi libri!

Ogni avventura ha un inizio. Questo è il mio.

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