Dichiarazione d’amore per il Natale. Le braciole piccantine, una ricetta della mia tradizione di famiglia.

Una vecchia pubblicità di un panettone recitava “Il Natale quando arriva, arriva”. Ti addormenti stesa su un asciugamano, al mare, con l’ultimo sole che ti riscalda la pelle salata ed è un attimo che ti risvegli sotto un cielo plumbeo ma illuminato dalle luminare natalizie!

Il tempo passa molto più velocemente di quanto vorremmo e, spesso, quando ce ne rendiamo conto davvero, è già un altro anno. Niente come il Natale contribuisce a darti la misura di questo tempo che passa.

Se il Natale, come si sul dire, è la festa dei bambini per antonomasia, quella che solo un bambino può vivere e percepire in tutta la sua purezza, è chiaro che io sono rimasta bambina.

Ho sempre amato incondizionatamente il Natale. Sono una di quelle che comincia a pensare ai regali per parenti ed amici ancora sotto il sole estivo, quella che a settembre ha già messo a punto il menu di Natale e Vigilia, quella che, di solito, tutti chiamano il 24 per chiedere “che regalo faccio a tuo fratello?”, con un accenno di disperazione ed affanno nella voce (sì, perché a mio fratello è impossibile riuscire a fare un regalo che lui apprezzi; ormai questa è una certezza ineluttabile come il fatto che la Terra giri intorno al Sole!).

Mi piace ogni cosa del Natale, dai film di Natale (avete dato un’occhiata alla sezione natalizia di Netflix?) alle canzoni di Natale fino alle decorazioni natalizie. Amo fare l’albero di Natale, il Presepe ed addobbare la casa a festa. Mi piace impacchettare i regali pregustando la gioia di chi aprirà quel determinato pacchetto. Amo infornare biscotti speziati e sentire il profumo proveniente dal forno invadere, poco a poco, la casa. Amo pure lo shopping natalizio, se fatto per tempo e razionalmente. Sono una di quelle che rifugge il regalo dell’ultimo minuto, quello fatto per dovere, preferisco qualcosa di piccolo ma intensamente pensato e voluto.

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Sono consapevole di essere una mosca bianca nel mondo degli adulti.

La mia amica Samanta mi prende ancora oggi in giro perché una delle prime domande che le feci, conoscendola sui banchi di scuola in quarta ginnasio, fu “Tu che hai chiesto per Natale?”. E, se non ho sbagliato i conti, doveva essere circa metà settembre.

Al di là di tutto ciò che ci sta intorno, credo che il Natale sia, per antonomasia, la festa perfetta per dimostrare il proprio affetto a qualcuno. Solo l’idea che qualcuno debba soffermarsi e pensare ad un regalo che possa piacere a me, che lo scelga, che lo compri e che faccia in modo di farmelo avere entro il 25 dicembre è una cosa che apprezzo moltissimo. Non ci vuole poi molto, basta metterci il cuore. E se, da una parte, non è molto, dall’altra, è tutto, tutto quello di cui c’è bisogno.

Ma il Natale è anche ed indissolubilmente legato alle tradizioni. E’ quel momento in cui si scopre la gioia di ripetere sempre gli stessi gesti ed il desiderio di mantenerli tali, rafforzandoli anno dopo anno.

Per me il periodo natalizio inizia ufficialmente l’8 dicembre, giorno deputato alla decorazione della casa. In questo giorno, infatti, si fanno albero e Presepe e si cominciano ad incartare i regali e a deporli sotto l’albero. Da questo momento in poi è solo un conto alla rovescia fino alla Vigilia!

Perché, nella mia famiglia, la Vigilia è il vero fulcro delle festività natalizie. Infatti i regali non li scartiamo la mattina di Natale ma la sera della Vigilia, dopo cena. Ricordo che, quando ero piccola, questo dopo cena non arrivava mai! Ricordo l’attesa spasmodica che nonna finisse di lavare i piatti e si sedesse in mezzo a noi per poter cominciare così il grande rito dello scarto dei regali. Con mio fratello contavamo i pacchetti per vedere chi avesse più regali dell’altro (e non accadeva mai che uno dei due ne avesse di più! Mia mamma, sapendolo, stava attentissima a fare in modo che i conti tornassero), ne saggiavamo forma e consistenza per provare ad indovinare che cosa contenessero i pacchetti, sceglievamo quale regalo scartare per primo, quando finalmente fosse venuto il momento di farlo.

Adesso che sono io a stare dalla parte di mia nonna, che sono io quella che prepara la cena per tutti e che, dopo cena deve lavare i piatti e riassettare la cucina prima di potersi abbandonare al rito dei regali, poco è cambiato. Ancora percepisco la stessa attesa febbrile, solo che adesso l’attesa si consuma nel capire se all’altro piacerà il regalo che gli ho fatto, l’espressione che farà quando lo aprirà e la gioia che seguirà se sarò riuscita a soddisfare un desiderio, soprattutto se si tratta di un desiderio inespresso ma indovinato.

Tutto questo è, naturalmente, indissolubilmente legato al cibo. I miei ricordi natalizi non possono prescindere dall’arrosto di mia nonna e da quel brodo che, ogni anno, nonna Lina chiedeva a tutti se fosse sciapo o saporito. E nei miei ricordi quel brodo non è mai sciapo. Quel brodo è un tripudio di sapori buoni e caldi ed avvolgenti, proprio come qualsiasi brodo dovrebbe essere. Quel brodo che ci ha nutriti per anni lo sorseggiavamo soffiando sul cucchiaio, tra le chiacchiere allegre e la luce brillante delle candele rosse sulla tavola e, in quel momento, eravamo veramente lì, presenti, radicati in un luogo e in un tempo che non avremmo mai voluto diverso da così.

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Oggi inizio, qui sul blog, a darvi dei suggerimenti adatti al pranzo di Natale. Non sono la mia scelta di questo anno ma sono piatti che hanno accompagnato diversi Natali passati e che, a mio parere, possono essere il giusto compromesso tra innovazione e tradizione.

Oggi parliamo delle braciole piccantine. La ricetta è una di quelle tradizionali della mia famiglia. Mio padre le prepara da tempo immemore. Ha ancora il ricettario da cui ha tratto la ricetta; uno di quei ricettari tematici anni 80, rilegato a spirale, antecedente a qualsiasi concetto attuale di food writing o food photography, un semplice elenco di ricette interrotto da qualche sporadica illustrazione o fotografia del piatto finale. Le braciole piccantine le fece una sera per caso e diventarono subito uno dei grandi classici da fare in ogni occasione di cena importante o con ospiti. Sono state, quindi, anche un piatto natalizio.

Le braciole piccantine sono un secondo piatto di carne dal gusto robusto e speziato. In un certo senso possono ricordare il peposo della tradizione toscana ma hanno in più l’aroma deciso dei chiodi di garofano che danno al piatto un sapore più nordico.

Il segreto di questo piatto sta nella lunga cottura che rende la carne morbidissima e quasi disfatta. E’ importante scegliere manzo di buona qualità e un taglio non troppo sottile perché, altrimenti, la carne rischia di seccarsi troppo in cottura e non riesce ad assorbire bene tutti i liquidi.

Le braciole piccantine si accompagnano benissimo con le classiche patate arrosto oppure con un purè cremoso. In questo caso il sughino delle braciole si mischia con il purè creando il boccone perfetto! E, naturalmente, non potrete esimervi dal fare scarpetta nel loro sugo. Cercate, quindi, di non far mancare il pane a tavola!

Braciole piccantine (1)

Per entrare nel clima natalizio vi consiglio di leggere questo post di Sabrine in cui racconta di quando le chiesero di scrivere un libro di ricette di Natale che nessuno voleva scrivere (“i libri a tema natalizio vendono poco. Restano sugli scaffali delle librerie giusto un mese e poi scompaiono!”) e di come l’amore per questa festa la spinse a farlo.

Se invece siete di quelli che si lasciano sopraffare dalla ricerca dei regali di Natale, di quelli a cui viene la tachicardia alla sola idea di shopping natalizio, di quelli che chiedono sempre a chiunque suggerimenti per i regali a parenti ed amici, vi consiglio di leggere il post di Chiara che di regali ve ne suggerisce ben 50, divisi per tipologia ed assolutamente mai banali!

Infine vi consiglio uno dei post a tema natalizio di Tieghan (ma se andate nel suo blog in questo periodo ne troverete molti altri!) in cui ci propone un vassoio di formaggi a tema natalizio, una bellissima idea per un aperitivo che potrebbe aprire il vostro pranzo di Natale, accompagnato da un bel cocktail (se cercate idee per i cocktail ne trovate tantissimi ideati sempre da Tieghan). E se, come me, vorrete fiondarvi immediatamente in America solo per assaggiare i Chex Party Mix, niente paura! Li trovate pure su Amazon.

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