
Molti iniziano ad appassionarsi alla cucina preparando dolci. E’ una di quelle cose che si fanno in adolescenza. Negli anni Novanta si cominciava dedicandosi alla preparazione delle torte Cameo, nelle quali tutti gli ingredienti erano già pronti e mescolati e bastava aggiungere pochi ingredienti freschi per sfornare una torta che era quasi sempre un successo (se si riusciva ad ignorare il sapore chimico, ma in quegli anni non ci si faceva troppo caso…). Poi si passava a quelle torte da credenza semplici, tipo il ciambellone della nonna, il plumcake o la torta Margherita. I più coraggiosi azzardavano con il salame al cioccolato o le rose del deserto (avete presente quei dolcetti a base di con flakes? Io li adoro tuttora!). Ma la preparazione di un dolce era quasi sempre il punto di partenza.

Per me non è stato così.
I dolci non mi sono mai troppo piaciuti, neppure in adolescenza. Ho sempre prediletto il salato e se c’è qualcosa da cui sono partita e per la quale devo ringraziare ugualmente la Cameo è la pizza Catarì. Ma ve la ricordate? La pizza in scatola che aveva nella confezione anche la lattina della passata di pomodoro in formato mignon e una busta gigante di origano! Sì, perché l’origano, più di ogni altra cosa, era l’aroma predominante della pizza Catarì.

A ripensarci adesso sembra incredibile che quelli siano stati gli inizi un po’ per tutti noi! Noi oggi così attenti alla stagionalità dei prodotti, alla loro provenienza, al processo produttivo, impegnati a ridurre l’uso dei prodotti confezionati, fissati con la freschezza del cibo che consumiamo. Sì, noi mangiavamo la pizza Catarì e ci piaceva pure!

Eppure adesso, quando faccio la pizza, sto attenta ad evitare tutto quello che caratterizzava proprio la pizza Catarì perché prediligo una pizza più alta, croccante all’esterno e morbida all’interno, scelgo prodotti di stagione per condirla, abbondo in mozzarella che nella pizza Catarì non era contemplata (ma noi la aggiungevamo lo stesso). L’unica cosa che non sono riuscita a scrollarmi di dosso è l’aroma dell’origano, che uso tuttora anche se adesso lo uso fresco, quando è di stagione.

Ma torniamo ai dolci. I dolci sono sempre stati per me un po’ lo spauracchio della cucina perché, mentre sul salato la creatività e la fantasia hanno un ruolo fondamentale, sul dolce ci sono regole piuttosto rigide da seguire e, se le dosi non sono corrette, te lo sogni un dolce decente!
Per questo nel reparto dolci ho la tendenza a fidarmi delle ricette altrui e non ho questa smania di creare qualcosa di nuovo e di mio.

Eppure, da quando ho bandito quasi tutti i prodotti confezionati dalla mia cucina e dalla mia alimentazione, da quando ho cominciato a prediligere dolci e biscotti fatti in casa per colazione (oltre alla granola che ormai è un rito mattutino irrinunciabile ma, come ho già detto, mi piace variare), ho sentito la necessità di avere un dolce soffice e leggermente umido da mangiare con un bel caffè bollente, un dolce che di quel caffè riprendesse l’aroma e che non fosse troppo dolce. E siccome non ho trovato una ricetta che mi soddisfacesse ho pensato che potevo provare a crearlo io quel dolce, il dolce perfetto per la mia colazione.

E devo dire che, dopo un paio di esperimenti, sono riuscita ad ottenere proprio ciò che volevo: un dolce rustico, poco dolce, con un forte sentore di caffè, soffice ma con un interno leggermente umido.
Ho utilizzato una percentuale di farina di farro perché amo molto il suo sapore e la preferisco alla farina di grano. Utilizzate un buon caffè perché costituisce l’aroma dominante del dolce e un caffè di scarsa qualità ne comprometterebbe il sapore finale. Io utilizzo polvere macinata per moka perché è quella che ho sempre in casa e perché mi piace che si percepisca la consistenza grumosa data dalla polvere di caffè ma potete utilizzare anche la macinatura per espresso che è più fine e otterrete una torta più liscia e omogenea. Infine la presenza della ricotta permette di ridurre la quantità di burro senza compromettere la morbidezza finale della torta, anche in questo caso scegliete una ricotta di buona quantità e va benissimo anche quella di mucca.

Non sono la sola che ha pensato e realizzato qualcosa di specifico per la colazione. In fondo è il pasto più importante della giornata e trovo buono e giusto che sia celebrato come si deve con qualcosa concepito appositamente per cominciare la giornata con il piede giusto.
Ho fatto più volte la torta da colazione alla cicerchia, con caffè, ricotta e cioccolato di Rossella, che, tra l’altro è stato il punto di partenza per realizzare questa mia torta da colazione. Se riuscite a trovare le cicerchie (io confesso di aver avuto qualche difficoltà nel reperirle) dovete assolutamente provarla perché è deliziosa, rustica ed energetica, perfetta per svegliarsi nella maniera migliore la mattina!
Un’ottima alternativa per le vostre colazioni è anche la torta di pane di Giulia. Anche in questo caso parliamo di un dolce rustico perfetto per essere inzuppato, con un aroma di cacao che, insieme al caffè del mattino, fornisce una sferzata di energia per affrontare qualsiasi giornata! Inoltre è una torta di riciclo per la quale potete -anzi, dovete!- utilizzare il pane raffermo per cui non potete esimervi dal provarla; chi di noi non ha un po’ di pane raffermo da smaltire?
Infine dei biscotti. Biscotti e colazione sono un binomio indissolubile e questi biscotti da colazione al basilico sono da tempo tra le ricette che devo assolutamente provare. La presenza della farina di farro mi attrae tantissimo perché, come dicevo sopra, è forse la mia farina preferita e il basilico che aromatizza il biscotto mi incuriosisce un mucchio. Purtroppo devo aspettare la primavera per realizzarli ma sarà sicuramente una delle prime cose che proverò appena pianterò le nuove piantine di basilico.
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