Le mie vacanze strane. Il polpo alle tre cotture.

Non ricordo neanche più da quanto tempo non faccio una vera vacanza. Probabilmente da marzo 2017, quando siamo andati a Palermo per festeggiare il primo anniversario di matrimonio. Avevamo inaugurato quella che volevamo diventasse una tradizione (un piccolo viaggio ad ogni anniversario) ma che, in realtà, si è consumata solo quel primo anno.

Oltretutto la vacanza precedente risale addirittura all’agosto 2015, quando abbiamo trascorso la settimana di Ferragosto a Roma.

Purtroppo non siamo più riusciti a prenderci un’intera settimana di vacanza dal 2017, appunto. Ci siamo concessi qualche fine settimana allungato, magari, ma le mie settimane di ferie le abbiamo sempre trascorse a casa.

Ogni anno speriamo di avere abbastanza soldi per fare una vacanza vera ma, puntualmente, questi soldi non ci sono mai.

Quest’anno abbiamo deciso di concederci almeno due micro vacanze perché è davvero necessario staccare, ogni tanto.

Perché non è solo una questione di stanchezza fisica, altrimenti sarebbe facile: dove ti riposi meglio che a casa tua? nel tuo letto o sul tuo divano?

Invece, al di là del riposo fisico, è necessario anche un riposo mentale, e quello lo puoi ottenere soltanto allontanandoti dai luoghi consueti, riempiendo gli occhi e il cuore di altre bellezze, cambiando abitudini e uscendo dal consueto che lo stare a casa ti offre.

E così, come dicevo, quest’anno abbiamo deciso di concederci due brevi vacanze.

La prima è consistita in un weekend all’Abetone e la seconda in cinque giorni a Cesenatico. Montagna e mare, quindi. Per non scontentare nessuno.

Abbiamo collocato queste vacanze tra la fine di agosto e la prima settimana di settembre, periodo di rientro quasi per tutti che a me è sempre piaciuto trascorrere in vacanza, controcorrente rispetto alla massa.

L’Abetone è uno dei luoghi della mia infanzia, dato che i miei avevano una casa a Dogana Nuova in cui trascorrevamo almeno una settimana d’inverno ed una in estate.

Mi piace la montagna, anche se il mare è la mia passione. Ma la montagna ha un’atmosfera magica, calma, rilassante. Anche Davide ha sempre trascorso le sue vacanze in montagna da piccolo e poi da adolescente. Quindi la montagna è qualcosa che fa parte dell’infanzia di entrambi, anche se nel suo caso si trattava delle Dolomiti e nel mio dell’Appennino.

Ad entrambi piace camminare ed i sentieri di montagna sono qualcosa di meraviglioso per i panorami che la natura offre.

Abbiamo anche avuto la fortuna di capitare all’Abetone in occasione della festa del mirtillo e ne abbiamo fatta incetta! Oltretutto molti ristoranti proponevano anche menu a tema ed ho avuto l’occasione di assaggiare una buonissima fesa di vitello con salsa ai mirtilli che, prima o poi, vorrei provare a rifare.

Inoltre abbiamo scoperto, grazie al suggerimento di un signore del luogo che abbiamo incontrato su uno dei sentieri che abbiamo fatto, che i mirtilli crescono sopra i 1500 metri di altezza. E noi che ci illudevamo di raccoglierne in grandi quantità e ci siamo portati dietro tutto il tempo il cestino proprio per questo scopo! Invece avremmo dovuto utilizzare un impianto di risalita, raggiungere una delle vette e scendere a piedi per raccoglierli. Diciamo che abbiamo imparato qualcosa di nuovo!

A Cesenatico, invece, siamo andati per il mare, anche se non amo il mare del versante adriatico. Però i prezzi davvero contenuti e i racconti di Maricler su Instagram mi hanno convinta a scegliere Cesenatico come meta di mare. Ed è stata un’ottima scelta.

Cesenatico ci ha colpiti molto perché, oltre ad avere un classico lungomare da riviera romagnola, con un susseguirsi ininterrotto di stabilimenti balneari (aspetto che non amo particolarmente perché ho sempre prediletto il mare selvatico, quello poco urbanizzato), ha un delizioso centro storico affacciato sul Porto Canale, dove ha sede l’unico museo della marineria galleggiante al mondo. Si tratta di una sezione del Porto Canale in cui, da aprile ad ottobre, vengono armate alcune imbarcazioni storiche ornate di meravigliose vele decorate. Lungo il Porto Canale si affacciano numerosi locali che al calar del sole si animano.

In effetti quella a Cesenatico, sebbene breve, è stata una vacanza a tutti gli effetti; ci ha permesso di staccare e di vivere una realtà che non è quella consueta. Oltretutto devo dire che siamo anche riusciti a riposarci perché ce la siamo presa davvero con calma, senza la smania di fare che, spesso, caratterizza la mia personale idea di vacanza.

Anche in questo caso, ancora di più che all’Abetone, siamo riusciti a mangiare davvero bene soprattutto piatti a base di pesce.

In pratica nelle due micro vacanze che ci siamo concessi siamo passati da una cucina prevalentemente a base di carne ad una prevalentemente a base di pesce, senza che questo passaggio fosse voluto né programmato.

Devo dire che, tra le due, ho sempre avuto una netta predilezione per il pesce. Della carne, in fondo e tranne pochi piatti, potrei fare anche a meno mentre al pesce difficilmente riuscirei a rinunciare.

Amo quasi tutti i prodotti del mare (e del lago) ma adoro il polpo. Mi piace in tutte le sue declinazioni. Non lo cucino tantissimo soprattutto per il costo (e ultimamente anche perché ho un marito vegetariano, per quanto tenda a dimenticarlo!) ma, se ne ho occasione, amo mangiarlo anche semplicemente lesso.

L’idea delle tre cotture mi è venuta ispirandomi ad una ricetta vegetariana di uno stufato alle tre cotture che, in realtà, non ho mai neppure realizzato e non ricordo assolutamente dove la trovai. Però, nel caso del polpo, la cottura è un nodo fondamentale che, troppo spesso, non si riesce a sciogliere. Infatti è molto facile trovare un polpo poco cotto, duro e stopposo. Meno trovarlo troppo cotto ma, a volte, capita anche quello.

Nell’elaborare questa ricetta, quindi, mi sono concentrata sull’aspetto cottura per ottenere un polpo dalla consistenza particolare che a me piace tantissimo. Il polpo, infatti, viene prima lessato, successivamente cotto alla griglia e, infine, infilato in forno insieme ai pomodorini. Il risultato è un polpo quasi croccante all’esterno, per via della cottura alla griglia, e morbidissimo all’interno, grazie alla lessatura preliminare seguita dalla cottura in forno al cartoccio.

Per quanto l’impiego delle tre cotture possa apparire complicato vi assicuro che è più l’idea che la realizzazione, perché, in realtà, questa ricetta per il polpo è semplicissima, oltre che molto saporita.

Il consiglio è di consumare il polpo alle tre cotture appena cucinato, perché è il modo migliore per percepire la consistenza particolare data dai tre metodi di cottura. Mangiato successivamente tende a perdere la croccantezza della cottura sulla griglia.


Polpo alle tre cotture

4 persone – tempo di preparazione: 15 minuti – tempo totale: 1 ora e 10 minuti + riposo


  • 1 polpo da 1 kg circa
  • 500 gr di pomodori (datterini, Piccadilly o ciliegia)
  • 2 spicchi d’aglio
  • 1 rametto di origano fresco (oppure 1/2 cucchiaio di origano secco)
  • 1 cucchiaino di miele (di acacia o eucalipto)
  • 2 cucchiai di pinoli
  • sale qb
  • pepe qb
  • olio extravergine d’oliva qb

Lavare bene il polpo e lessarlo in una pentola capiente di acqua bollente salata, immergendo prima i tentacoli e tirandoli fuori per 3/4 volte in modo che si arriccino bene e poi immergendo completamente il polpo facendo attenzione a che sia completamente ricoperto d’acqua durante tutta la cottura.

Cuocere coperto per 40 minuti fino a che non risulti tenero. Farlo raffreddare nell’acqua di cottura.

Quando è freddo scolarlo e tagliarlo a pezzi piuttosto grossi.

Scaldare molto bene una griglia ed ungerla d’olio. Grigliare i pezzi di polpo per 5 minuti per lato in modo che diventino croccanti all’esterno.

Nel frattempo preriscaldare il forno ventilato a 180* C.

Prendere due fogli di carta forno e disporli su una teglia sovrapponendoli incrociati, uno in verticale e l’altro in orizzontale. Distribuirvi sopra i pomodorino, origano e l’aglio tritato e condirli con sale, pepe e un filo d’olio. Aggiungere anche i pezzi di polpo grigliato e chiudere bene il cartoccio in modo che tutti i liquidi che si produrranno in cottura restino all’interno della carta forno.

Cuocere per 20 minuti.

Nel frattempo tostare i pinoli in un padellino a fuoco moderato e mescolando spesso in modo che tostino ma non si brucino.

Togliere il cartoccio dal forno e lasciar riposare 5 minuti. Aprirlo e distribuirvi sopra i pinoli tostati e il miele. Servire caldo.


Oltre al polpo alle tre cotture sul blog trovate altre ricette adatte a comporre una cena di pesce.

Potete aprire il pasto con la sfogliata di salmone con mozzarella e origano, un antipasto semplicissimo da fare ma adatto anche ad una cena elegante; uno di quei jolly in cucina che piacciono sempre a tutti.

Come primo potete servire gli spaghettini alla chitarra al sugo di tonno, un primo piatto semplice e veloce da realizzare ma pieno di sapore. Non fatevi spaventare dal dover realizzare la pasta fresca: si fa in un attimo, basta solo un po’ di pratica. E se proprio non ve la sentite potete sempre sostituire gli spaghettini alla chitarra con delle linguine oppure delle reginette confezionate, che andranno altrettanto bene con questo sugo di mare.

Finché è ancora stagione potete accompagnare il polpo con un contorno di pomodori gratinati mentre in inverno andrà benissimo anche una semplice insalata o un purè (ma allora non avrete neppure i pomodorini che devono cuocere in forno insieme al polpo ma li potreste sostituire con dei pomodori secchi lasciati in ammollo in una tazza d’acqua tiepida per almeno un’ora. In quel caso ricordatevi di eliminare il sale perché saranno già abbastanza saporiti).

Infine scegliete un dessert non troppo impegnativo, andrà benissimo una panna cotta o un budino alla vaniglia accompagnato da frutti di bosco oppure, tra le ricette del blog, potete scegliere il pasticcio di mele vecchia Inghilterra accompagnato da una pallina di gelato alla vaniglia oppure alla crema e avrete un fine pasto elegante ma non eccessivamente impegnativo.

3 Comments

  1. Bellissima Cesenatico. Ho amato molto il centro con le case color pastello, le colonie abbandonate, la libreria Pagina 27. Vorrei dire anche la cucina, ma appunto avendo deciso di non mangiare almeno per un anno né carne né pesce, ho perso un po’ di quei gusti e piatti. Aggiungerei anche Ravenna, vista solo per un giorno ma straordinaria. Le micro vacanze servono, e sono alla portata di (quasi) tutti. Confermo anche la bontà di questo piatto, vado a memoria, ma è davvero semplice come ricetta e buonissima.

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  2. Cesenatico è un luogo che da anni ed anni mi consigliano da visitare. Non ho mai capito se il mare è “quel che è….” ai livelli del mio conosciutissimo mare veneto (mio per modo di dire, visto che sono siculo…) o se è meglio/peggio. Ma non importa, prima o poi ci andrò. Troppa gente mi dice che in romagna si respira un’aria nettamente diversa rispetto al veneto. Complimenti per tutto e anche per la ricetta che mi fece tornare in mente la mia prima vita, quella da siculo, quando mia madre mi cuoceva questa pietanza spettacolare (in maniera molto più spartana rispetto a te). ciao

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    1. Ciao! Cesenatico per me è stata una splendida sorpresa. Proprio non mi aspettavo una cittadina del genere. Ti consiglio anche io di visitarla e concordo col fatto che la Romagna sia bellissima e deve essere anche un posto straordinario in cui vivere.
      La ricetta del polpo è più semplice di quello che appare ed il risultato è gustosissimo.

      Piace a 1 persona

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